Capitolo 332

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Eccomi qui dopo una pausa più o meno forzata dovuta a un viaggio di lavoro in Francia, dove ho avuto il tempo di visitare per la prima volta un luogo magico come Cannes, trovarmi a due passi dal palazzo del Festival e dalla celebre scalinata, provando la contrastante sensazione di trovarmi in un posto dove sono stati presentati per la prima volta alcuni tra i più grandi film della storia del cinema ma al tempo stesso trovandomi circondato da lusso, alberghi, yacht, ricconi di ogni genere. È qui che ho avuto infatti un momento di banale lucidità in cui ho pensato che noi viviamo i film come emozioni quando in realtà è tutto un fottuto business. Al di là di questo, tanta era l’astinenza da film che, appena tornato, mi sono sparato quattro film al cinema nel giro di 48 ore, tanto per recuperare il tempo perduto.

Apollo 10 e mezzo (2022): Il nuovo film di Richard Linklater, girato in rotoscope, è un un adorabile tuffo nei ricordi del regista e nella nostalgia di un tempo dove tutto sembrava magico. È un lungo racconto fuoricampo e, seppur piacevole, gli manca un guizzo che possa renderlo qualcosa in più del solito omaggio all’infanzia e agli anni 60. Ho amato, letteralmente, vedere in un film d’animazione alcune scene di “2001 Odissea Nello Spazio” o del Johnny Cash Show, in cui il Man in Black duetta con Joni Mitchell. Tutto è veramente bellissimo, la colonna sonora pazzesca e la nostalgia per l’infanzia è palpabile ma, come detto, manca davvero la trovata che possa elevarlo a qualcosa in più della tipica operazione nostalgia.

El Perro Que No Calla (2021): Presentato al Sundance con il titolo internazionale “The Dog Who Wouldn’t Be Quiet”, si tratta di un film argentino pescato su Mubi in cui un ragazzo sui trent’anni, in compagnia di un cane, cerca di adattarsi a un mondo in continuo cambiamento, tra lavori di vario genere, una pandemia che obbliga i cittadini a camminare accovacciati (oppure indossare un casco speciale) e la nascita di un bambino. Il suo mondo si trasforma in continuazione, ma la capacità di adattamento del protagonista è il fulcro del racconto e dice molto della sua generazione, in un periodo storico in cui riuscire ad abbracciare i cambiamenti è fondamentale per restare a galla. Commedia assurda ma che in qualche modo riesce a funzionare, con quel tocco di ironia e malinconia tipicamente argentine che non guastano mai. Apprezzabile.

The Northman (2022): Che enorme delusione. Dopo il bellissimo “The Witch” e il meraviglioso “The Lighthouse”, Robert Eggers era chiamato alla prova della consacrazione, al film che doveva davvero confermare le promesse che ci aveva fatto nelle pellicole precedenti. Invece, forse pressato dalla grande produzione, Eggers realizza un film commerciale, una banale e prevedibilissima storia di vendetta in cui si menano per due ore, tra grugniti di vario genere, indovini e fiumi di sangue. Tratto da un racconto norreno di Saxo Grammaticus (che ispirò l’Amleto di Shakespeare), Eggers lascia che l’azione e gli scontri sanguinosi prendano il posto dei mille labirinti simbolici in cui ci eravamo piacevolmente inoltrati nei suoi film precedenti. Bocciato.
“Vendicherò mio padre, salverò mia madre, ucciderò Fjolnir”

Finale a Sorpresa (2021): Chi segue questo blog da un po’ di tempo sa della stima e il rispetto che nutro per la coppia di registi argentini Mariano Cohn-Gaston Duprat. Qui i due attraversano l’oceano per la prima volta e, in Spagna, realizzano una brillante satira sul mondo del cinema, mettendo insieme tre attori diversissimi tra loro ma complementari, come Oscar Martinez, Antonio Banderas e soprattutto Penelope Cruz, nella storia la regista di un film d’autore che vede protagonisti gli altri due, competitivi a non finire, dall’ego smisurato, che renderanno le prove prima delle riprese (che è la fase raccontata dal film) un periodo infernale per tutti e tre i personaggi. Alcune scene sono esilaranti e il film, presentato l’estate scorsa a Venezia, è divertentissimo. Da vedere.
“Scusami se ho un’erezione e scusami se non ce l’ho”

Cmon Cmon (2021): Avevo già visto il film di Mike Mills alla Festa del Cinema di Roma, dove l’avevo amato, ed è stato bello ritrovarlo adesso al cinema. Joaquin Phoenix sta girando gli Stati Uniti intervistando bambini e adolescenti per sentire il loro punto di vista sul mondo, sul futuro, sulla società in cui vivono. Quando passa da Los Angeles ritrova sua sorella e il suo nipotino Jesse, di cui dovrà prendersi cura per alcuni giorni. Tra i due si instaura un rapporto dapprima complicato, ma sempre più bello con il passare dei giorni. Sono due persone diverse, ognuna con i propri demoni, che riusciranno però a trovare un punto d’incontro fino ad instaurare un bellissimo rapporto tra zio e nipote. Certamente il rapporto speciale tra zio e nipotino non è una cosa mai vista in un film, ma il modo in cui i due si relazionano, gli scherzi, gli scazzi, la tenerezza (oltre al finale da fazzoletti) sono così belli da sembrare veri, o forse sembrano così veri da essere belli, non so. Perché il futuro è qualcosa di indefinibile, succedono sempre cose inaspettate e l’unica cosa che si può fare è tifare per se stessi e per le persone che amiamo.
“Divertiti, virgola, quando puoi, punto”

Lamb (2021): Per meri motivi statistici (?) ci tengo a dire che è il secondo film ambientato in Islanda visto in due giorni. Presentato nella sezione Un Certain Regard dello scorso Festival di Cannes, il film dell’islandese Valdimar Johannsson è un racconto dark in cui una coppia di agricoltori (tra cui Noomi Rapace, sempre bellissima), che vive isolata in una fattoria gestendo il proprio gregge di pecore, un giorno si porta a casa uno strano agnello appena partorito, separandolo dalla madre e accudendolo come se fosse figlio proprio (a colmare un vuoto lasciato da un passato appena accennato, ma abbastanza evidente). Intorno alla silenziosa famigliola aleggia però una minaccia e l’equilibrio della loro vita sembra costantemente in pericolo. Visivamente è un film notevole, non ci sono inquadrature banali (ed è curioso come il regista abbia scelto di posizionare la macchina da presa costantemente al di sotto dello sguardo dei protagonisti, come a voler abbassare lo spettatore al punto di vista delle pecore), ricco di silenzi sempre pieni di qualcosa, di atmosfere, dove anche l’enorme natura circostante sembra avere una parte nella tragedia in tre atti (sono infatti tre i capitoli in cui la storia è suddivisa). Sorprendente.
“Adesso mi spieghi che cazzo significa tutto questo” “Felicità”

Freaks Out (2021): La cosa più difficile non è fare un bel film, ma confermarsi. Lo sa bene Gabriele Mainetti, che dopo il meritato e roboante successo ottenuto con “Lo chiamavano Jeeg Robot”, è finito per incepparsi con questo secondo film. Nella Roma del 1943, quattro amici dai poteri piuttosto particolari lavorano in un circo gestito da Giorgio Tirabassi, che sparisce nel nulla. Senza la loro guida, i quattro si sentono abbandonati e cercano di fuggire dalla città occupata dai nazisti. Alcune trovate sono anche piuttosto interessanti, ma a me già Guillermo Del Toro annoia a morte, figuratevi un film italiano che cerca di imitarlo. Dopo due ore e un quarto (!) di un irritante Castellitto che si sforza di essere divertente, di Santamaria che pare Chewbecca, di una ragazza triste che non vuole usare i suoi poteri contro i nazisti per via del suo (ovviamente tragico) passato (mentre tu stai tutto il tempo a dire: ma li vuoi usare? Ma che stai a fa!?), ti ritrovi che il film finisce e tu l’unica cosa che pensi è “embè?”. Deludente.
“A noi non ci separa nessuno, manco la guerra!”

Madre (2009): A parte l’introvabile film d’esordio, mi mancava solo questo per poter dire di aver visto tutta la filmografia del geniale Bong Joon-ho. In questo film, che il regista sudcoreano realizza tra il monster movie “The Host” e il fumettistico “Snowpiercer”, c’è un ragazzo con disturbi mentali che viene arrestato per omicidio. Sua madre tuttavia è convinta della sua totale innocenza e si lancia quindi in un’indagine personale alla ricerca del vero colpevole. Tra rivelazioni e colpi di scena, il film scorre che è una bellezza, fino a una sequenza conclusiva veramente bellissima. Ci sono poche certezze nella vita, ma Bong Joon-ho è sicuramente una di queste.

SERIE TV: Prima di partire per la Francia ho finito la seconda stagione de I Soprano e mi accingo questa settimana ad iniziare la terza. Per il resto non sto vedendo altre serie, ho visto il trailer della nuova stagione di Stranger Things e mi è parso una boiata senza precedenti, ma vedremo. Tra poco comunque arriva la season finale di Better Call Saul e là sì che mi aspetto fuoco e fiamme. Non vedo l’ora.

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6 commenti Aggiungi il tuo

  1. Austin Dove ha detto:

    The Northman volevo vederlo anche io ma ho desistito leggendo tutte le recensioni negative e ho da spendere i pochi soldi che ho su film più sicuri
    Ora mi sta incuriosendo il film con Penelope Cruz, ne parlano bene tutti e il trailer sembra interessante^^

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    1. AlessioT ha detto:

      Secondo me i 4 film attualmente in sala da vedere sono, in ordine di gradimento: Licorice Pizza, Belfast, Cmon Cmon, Finale a sorpresa 🙂

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      1. Austin Dove ha detto:

        se c’è ancora nel mio piccolo cinema di fiducia vado a vedere prima La figlia oscura e poi Finale a sorpresa

        non ho ancora tutti sti soldi xD

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      2. AlessioT ha detto:

        La Figlia Oscura non l’ho visto, fammi sapere com’è! 🙂

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      3. Austin Dove ha detto:

        se c’è ancora
        dovevo andare questo WE ma ho temporeggiato

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  2. Madame Verdurin ha detto:

    Anche io ho aspettative bassissime per Stranger Things, mi pare che si ripetano sempre le stesse cose stagione dopo stagione… Invece ti dico che Freaks Out a me è piaciuto davvero molto, l’ho trovato fatto molto bene tecnicamente e una bella favola. E’ molto raro che un film italiano mi piaccia, ma questo e il precedente Jeeg Robot mi sono piaciuti davvero molto.

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