Recensione “Povere Creature!” (2023)

Vi siete mai chiesti come sarebbe stato crescere, fare nuove esperienze, dunque vivere, senza l’influenza di sovrastrutture sociali, vergini di ogni comportamento di facciata, semplicemente abbandonati e dediti alla pura e semplice ricerca di un’emozione, di un’avventura, di qualcosa di nuovo e mai provato? Bella Baxter, novella creatura di Frankenstein, prova a mostrarci qualcosa del genere, trascinandoci per mano da Londra a Lisbona, da Alessandria a Parigi, alla scoperta di sesso, sapori, letture, persone. Una commedia sull’autocoscienza che, a tratti, somiglia quasi più a una fantasia erotica: un instant cult che sta facendo piazza pulita di premi e riconoscimenti.

Chi meglio di Willem Dafoe può vestire i panni del dottore dalle folli idee e dagli strambi esperimenti chirurgici? Lo scienziato in questione, dopo aver trovato nel Tamigi il cadavere ancora caldo di una giovane donna, rimette in vita la defunta mettendole in testa il cervello del bambino che portava in grembo. Se tutto questo vi sembra un po’ strambo, tranquilli, è soltanto l’inizio. La ragazza, Bella (Emma Stone, nella sua interpretazione più bizzarra), dovrà imparare tutto da zero: a parlare, a camminare, a vivere, esperienza dopo esperienza.

In una sorta di mondo lisergico a metà strada tra ambientazioni steampunk e un’opera di Melies, Lanthimos costruisce un’Europa surreale da osservare tramite lenti grandangolari e fish eye. Un film pieno di sesso, forse anche troppo, in un’analisi del desiderio come motore di ogni step di crescita della protagonista, se non di ogni decisione, dalla scoperta della masturbazione con frutta e verdura fino ai “sobbalzi furiosi” che scopre grazie all’immaturo Casanova a cui presta il volto un Mark Ruffalo divertito e divertente. È curioso vedere come, nell’anno del chiacchieratissimo Barbie, arrivi pressoché contemporaneamente un altro film su una “bambola” che si anima fino a prendere piena consapevolezza di sé, come se lo spirito del tempo avesse posseduto prima Greta Gerwig e ora Yorgos Lanthimos, in due film che comunque più diversi non potrebbero essere.

Povere Creature! trabocca di vita tanto quanto la sua memorabile protagonista e, come lei, è stravagante, ambizioso, senza però apparire mai troppo pretenzioso. Un film a tratti volgare, forse (ma in senso buono), sicuramente sfacciato, senza timori, che fa sembrare normale anche la testa di un cane sul corpo di una gallina. Il mondo, attraverso gli occhi di Bella Baxter, è una visione da vivere fino in fondo, anche a costo di farsi male. Perché questa è la vita e, probabilmente, anche qualcosa di più.


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2 risposte a “Recensione “Povere Creature!” (2023)”

  1. Avatar Elfo Scuro
    Elfo Scuro

    Non vedo l’ora, per certi versi ha delle similitudini con Frankenhooker! 🤣✌️

    Piace a 1 persona

    1. Avatar AlessioT

      Ahah ottimo collegamento!

      "Mi piace"

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