
Ci siamo. Come ogni anno dicembre mette temporaneamente da parte i film di anni, decenni, secoli e millenni passati, per concentrarsi esclusivamente sul cinema uscito in sala o in streaming nel 2025. Come ben sapete, tra poche settimane uscirà come di consueto la mia Top 20 annuale, giunta ormai alla diciottesima edizione (le trovate tutte qui): visto che ci tengo davvero a stilare una lista il più possibile credibile, almeno per me, a dicembre cerco di vedere e ripescare tutto ciò che mi sono perso durante l’anno. Quest’anno dovrei recuperare circa dieci film (ma c’è sempre qualcosa che esce fuori all’ultimo) e comincio dunque a parlarvene oggi, nella prima parte della mia “Operazione Recupero”.
Sotto le Foglie (2024): François Ozon, uno dei registi più attivi degli ultimi decenni, riesce sempre a sfornare bei film, ma quasi mai film davvero bellissimi (almeno secondo me). Ecco, questa potrebbe essere la volta buona in cui il regista francese tira fuori la perla, un dramma che si svela piano piano, strato dopo strato, mettendo in tavola una bella teglia di dubbi, ipotesi, che lo spettatore può abbracciare o rifiutare. Nella campagna francese, un’anziana signora riceve la visita dell’adorato nipotino e di sua figlia, sempre piuttosto ostile nei confronti della donna. In seguito a una grave intossicazione alimentare, la figlia se ne torna a Parigi di gran carriera, con bambino al seguito, spezzando il cuore della vecchina, che dovrà rinunciare a trascorrere l’estate con il pargolo. Da qui parte una serie di eventi in cui la risposta non è mai una sola, in cui si scoprono realtà scomode, passati ingombranti, verità inconfutabili. E quando entri in questo labirinto di sospetti, non ne esci più. Grande film.
•••½
The Perfect Neighbor (2025): Su Instagram avevo chiesto a chi mi segue di segnalarmi film che dovevo assolutamente vedere prima di stilare la classifica. I miei follower, essendo persone di livello, hanno capito subito che non dovevano consigliarmi cose scontate e hanno tirato fuori chicche come questa. Si tratta di un documentario di Geeta Gandbhir, premiato al Sundance Festival, in cui viene ricostruita una vicenda avvenuta in Florida nel 2023, attraverso un bellissimo montaggio di filmati registrati dalle body cam degli agenti di polizia locali. Nei sobborghi di una cittadina, una vicina chiama costantemente la polizia a causa del chiasso e dei fastidi causati dai bambini dei vicini di casa. Le chiamate sono insistenti, talvolta (spesso?) ingiustificate, e la donna sembra sempre più paranoica ed esasperata. Le cose precipiteranno, ma non voglio dire altro, perché il film merita davvero di essere visto. Lo trovate su Netflix ed è davvero tanto appassionante quanto inquietante, riuscendo a catturare, nella sua orrida semplicità, un riflesso della società statunitense.
•••½
Una Scomoda Circostanza (2025): Ho bisogno urgentemente di capire come sia possibile che il regista di film stupendi come Il Cigno Nero o The Wrestler sia finito a girare un film del genere, in cui scimmiotta (male) Guy Ritchie e i fratelli Coen: c’è davvero Darren Aronofsky dietro la macchina da presa o è il “fratello imbranato” che ha girato obbrobri tipo Noah? La storia è un concentrato di cliché e di situazioni trite e ritrite: Austin Butler, barista pieno di rimpianti, prende in custodia il gatto del vicino di casa mentre lui è via. Riceverà la visita di diversi criminali che cercano qualcosa che il vicino dovrebbe avere ma non trovano. Il nostro si ritroverà catapultato in un vortice di uccisioni, fughe, torture, inseguimenti, borse piene di soldi e tutto il campionario di personaggi e situazioni che avrete già visto in mille film uguali. Non manca ovviamente ciò che più di tutto mi irrita nei film di questo tipo: il protagonista che insegue (o fugge da) qualcuno, cortile vuoto, deserto, gira l’angolo e da dietro gli sbuca, pistola in mano, l’antagonista, che un attimo prima, dietro quell’angolo, in quel cortile vuoto, non c’era, diamine!! Ma pensano che siamo tutti stupidi? Un punto in più per l’incredibile cast: Butler a parte, c’è Zoe Kravitz, Liev Schreiber, Griffin Dunne, Vincent D’Onofrio, Regina King, Bad Bunny e Laura Dern. Come saranno finiti in un film così insulso?
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Breve Storia d’Amore (2025): Esordio da regista per Ludovica Rampoldi, una delle più interessanti sceneggiatrici del cinema italiano (ha firmato, tra gli altri, La Ragazza del Lago, La Doppia Ora, Il Gioiellino, Il Traditore, Esterno Notte). Pilar Fogliati, sposata con prole, comincia una relazione clandestina con Adriano Giannini (pure lui sposato). Intrigata dalla vita dell’uomo, la ragazza stringe conoscenza con Valeria Golino, ignara moglie di lui. Nonostante una storia eccessivamente intricata, è un film tutto sommato buono, con un bel cast e una colonna sonora bellissima (spicca su tutte la splendida Far Away Island dei Blur). Non è esattamente il genere di film che ti appassiona, ma a suo modo funziona.
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Anemone (2025): Ambizioso esordio alla regia di Ronan Day-Lewis, ovviamente figlio del ben più celebre Daniel. Diciamo che ci sono film che guardi per la storia e film che guardi perché c’è Daniel Day-Lewis. Ecco, questo appartiene alla seconda categoria e va benissimo così. DDL tenta di rimettere insieme i pezzi della propria vita attraverso una lunga confessione al fratello Sean Bean, alternando ricordi e rimorsi. Il problema è che il film è composto in gran parte da monologhi, lunghi, intensi, a volte davvero belli, spesso un po’ ostici. A tratti è difficile da seguire, ci sono momenti in cui l’interesse cala perché ciò di cui si parla non è sempre così magnetico quanto vorrebbe esserlo. Eppure, è un film che ci dà comunque la possibilità di rivedere nuovamente in scena Daniel Day-Lewis, uno di quelli che potrebbe leggerti l’elenco telefonico e farti comunque venire voglia di applaudire. E niente, non so voi, ma per me può bastare.
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