
Ultimo capitolo del 2021, un capitolo ricco di recuperoni dell’ultimo momento per poter stilare una Top 20 (in arrivo nei prossimi giorni, chissà, forse già domani) il più possibile credibile. Ovviamente sono molti i film che non sono riuscito a vedere, ma pazienza, sono contento di aver trovato nuove chicche che mi erano sfuggite durante quest’anno pazzo, turbolento, pieno di incertezze e di cinema per lo più chiusi. Che altro aggiungere, sono contento di essere ancora qui, dopo oltre un decennio, a raccontarvi il cinema a modo mio, in un’epoca in cui per un blog che nasce ce ne sono quattro o cinque che non vanno più avanti. Dal 2008 sempre con voi, per un altro anno di grande cinema. Buon 2022, miei cari affezionatissimi e mie care affezionatissime.
Shiva Baby (2020): Alla Festa del Cinema avevo ricevuto un ticket per guardare Mubi gratuitamente per tre mesi. Ora, io credo di esser stato uno dei primi in Italia ad essersi abbonato alla piattaforma dei cinefili (addirittura nei suoi primi mesi di vita Mubi, nella sua rassegna stampa, citava “Una Vita da Cinefilo” accanto a “Le Figaro” o il “New York Times”: storia vera), salvo poi disdire dopo qualche anno a causa dell’arrivo di troppe piattaforme e di sempre meno tempo per guardare roba. Ora che ho avuto questa possibilità a gratis ho deciso di aprire nuovamente l’abbonamento e recuperare così questa bellissima commedia yiddish in cui, durante un funerale (la Shiva), una ragazza incontra sia la sua ex che l’uomo con cui va a letto a pagamento (che arriva alla celebrazione in compagnia della sua bellissima moglie e di suo figlio appena nato). Ovviamente la situazione è una bomba in costante procinto di esplodere e questa tensione, basata su ottimi spunti comici oltre che drammatici, ti accompagna fino all’ultima scena dove però, secondo me, manca un finale vero e proprio. Ecco, per questo motivo il film di Emma Seligman, da potenziale gioiello che era, non va oltre la deliziosa e godibile visione (che è comunque estremamente consigliata).
“Sembri la Gwyneth Paltrow dei poveri”
Il Potere del Cane (2021): Se c’è una cosa che mi fa infuriare è vedere un bellissimo film che non ha però il coraggio di andare oltre, di osare, di essere ciò per cui sembrava fosse nato. È così dunque che la meravigliosa regia di Jane Campion, la splendida ambientazione, la bellezza della fotografia e le grandiosi interpretazioni vadano sciupate in una storia che, improvvisamente, prende una direzione decisamente poco credibile. Negli anni 20 due fratelli, proprietari terrieri diversissimi tra loro, tornano nel loro ranch in compagnia della nuova moglie di uno dei due, quello più timido ed educato. La presenza della donna cambia l’equilibrio della casa, con un Benedict Cumberbatch (l’altro fratello, quello più incazzoso) che comincia a mostrare segni di tensione. Fin qui il film sembra davvero bellissimo, poi però diventa qualcosa di totalmente diverso e ho fatto davvero molta fatica a restarci dietro, domandandomi continuamente il motivo per cui un personaggio o l’altro agisse in questo o quel modo. Il film visivamente è splendido, motivo per cui la visione è comunque consigliata, ma narrativamente mi ha lasciato più volte perplesso. Peccato.
“Un uomo è fatto di pazienza e circostanze avverse”
Being the Ricardos (2021): Aaron Sorkin quando scrive riuscirebbe a rendere interessante anche una lista della spesa. Ora che è diventato anche un buonissimo regista, vedere ogni suo nuovo film è diventata una pratica pressoché obbligatoria, da svolgere in tempi rapidi, senza aspettare troppo. Stavolta Sorkin chiama a rapporto Javier Bardem e Nicole Kidman, mettendoli nei panni della celeberrima coppia che ha sbancato gli ascolti delle tv statunitensi degli anni 50 con la loro sitcom “I love Lucy” (in italiano “Lucy ed io”). Il film racconta una travagliatissima settimana in cui Lucy è accusata di essere comunista e suo marito Desi è invece descritto dai rotocalchi come un incallito fedifrago. Una sola settimana per tenere in piedi un matrimonio e uno show che sembravano perfetti: solo Sorkin (e pochi altri) possono riuscire a creare suspense e tensione trasformando una sitcom in un dramma politico/famigliare. Gran bel film.
“Adesso stai facendo la spiritosa?” “Sono Lucille Bell, quando faccio la spiritosa te ne accorgi”
First Cow (2019): Altro film uscito su Mubi, un racconto originale e in qualche modo “gentile” su un’amicizia maschile ai tempi del west e dell’origine del sogno americano. In Oregon un cuoco silenzioso e un immigrato cinese, entrambi pieni di idee ma senza un soldo in tasca, decidono di mungere clandestinamente la prima mucca arrivata nello Stato, quella di un ricco imprenditore inglese, per poi preparare biscotti da vendere al mercato. La fama dei biscotti aumenta di giorno in giorno, in un luogo dove la dolcezza non è proprio di casa, e così anche quella del cuoco e del suo socio, che ben presto attireranno l’attenzione proprio del riccone, ignaro di essere derubato ogni notte del suo latte. Film bellissimo, distribuito solo quest’anno in streaming legale. Da vedere.
“La Storia qui non è ancora arrivata”
Don’t Look Up (2021): Il film più discusso di quest’ultima settimana dell’anno, è la divertente e a tratti inquietante commedia di Adam McKay, uno che quando fa un film non è mai banale e scontato (guardate “La grande scommessa” e “Vice” per farvi un’idea). Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence scoprono per caso un’enorme cometa in rotta di collisione con la Terra: abbiamo solo 6 mesi di tempo prima che il corpo celeste ci distrugga e quindi è naturale rivolgersi alla Presidente degli Stati Uniti Meryl Streep, una sorta di Daniela Santanché con il cervello di Trump. La Casa Bianca e i media inizialmente sottovalutano la minaccia, poi ci vedono l’occasione per guadagnare consensi politici e fare soldi, quando in realtà basterebbe semplicemente adottare un piano che la distruggesse. La metafora sull’allarme climatico non è assolutamente velata e la presenza di DiCaprio, da sempre impegnato in prima fila per il clima, non è per nulla casuale. Neil deGrasse Tyson, che spero sappiate chi è, ha fatto il miglior complimento al film, definendolo un “documentario”. Io mi sono divertito molto e mi sono anche incazzato un po’, esattamente ciò che cerco in un film di McKay. Unica cosa: smettiamola con questa moda di infilare Timothee Chalamet in qualunque film, anche quando non serve, vi prego, non si regge più.
“Signore e signori, vi auguro una piacevole fine del mondo”
Scream (1996): Cosa ci fa il celebre film di Wes Craven in mezzo a tutti questi film che dovevo recuperare? Semplicemente, subito dopo aver chiuso Netflix, l’ho trovato in tv che era appena iniziato e, siccome non lo vedevo da oltre vent’anni, ho deciso di dargli un’altra chance. Niente, confermo tutto ciò che pensavo quando lo vidi da ragazzino: è un film sopravvalutato e mediocre (salvo lo splendido incipit). Non fa paura, non è mai minimamente credibile ed è pieno di quei classici dettagli che, ogni volta che li vedo, mi fanno incazzare a bestia, ad esempio: se uno bussa a una porta e dopo neanche un secondo la porta viene aperta di botto, come fa colui che ha bussato ad essere totalmente sparito? Mica è Flash, cazzo! I personaggi sono quasi tutti insopportabili e il film si lascia guardare solo perché è davvero leggero come un bicchier d’acqua (e poi c’è Courtney Cox che è di una bellezza disarmante). L’omaggio al genere horror è interessante e sicuramente calzante, ma il film era cretino 25 anni fa ed è cretino ancora oggi. Non mi piacerà mai.
“No, Sid! Non dare la colpa al cinema. I film non fanno nascere nuovi pazzi, li fanno solo diventare più creativi“
Nowhere Special (2020): Uberto Pasolini è un essere umano di rara sensibilità, se così non fosse non riuscirebbe a girare film come questo o come il meraviglioso “Still Life” in modo così tenero, ma soprattutto senza apparire mai melenso o retorico. La storia è semplice: un giovane lavavetri, padre single di un bellissimo bimbo, è malato terminale e deve scegliere una famiglia adatta alla quale lasciare suo figlio quando lui non ci sarà più. Il giro delle famiglie va avanti scena dopo scena così come la consapevolezza del racconto di voler essere qualcosa di più di un semplice film drammatico: inevitabile la commozione, ma diamine che bel film.
“Ho sempre pensato di conoscerlo bene, ma davvero lo conosco bene abbastanza per questo?”
Drive My Car (2021): Tre ore per adattare un racconto breve di Murakami sono forse troppe, ma quanta bellezza. Se si riesce a sopravvivere al primo atto, si entra poi in un mondo poetico, ricco di fascino. Un regista teatrale ha perso la moglie e due anni dopo il fattaccio si trova a Hiroshima per dirigere un’opera di Cechov. Qui gli viene affidata una giovane autista con cui il protagonista si aprirà lentamente e finirà con l’instaurare un bellissimo dialogo, riuscendo lentamente (molto lentamente) a lottare contro i suoi demoni, concedendosi nuovamente di vivere. Non sarò ipocrita: il film è bello, a tratti splendido, ma è davvero difficile, tosto, impegnativo. Bisogna essere pazienti e aprirsi ad esso, se si riesce in questo il premio sarà grande tanto quanto l’impegno profuso nel seguire il film. Tra i favoriti per l’Oscar al miglior film straniero.
“Mi piace molto la tua macchina, si vede che è stata trattata con molta cura: ci tengo a guidarla con l’attenzione che merita”
SERIE TV: In questo periodo sono stato così preso dal recuperare film che ho messo totalmente da parte ogni serie, a parte la solita Seinfeld di cui ho già parlato a sufficienza nei precedenti capitoli. Con le avventure di Jerry and friends sono arrivato all’ultima stagione: tra poco potrò passare ad altro. Oggi tra l’altro è uscita la nuova stagione di “Cobra Kai” e vediamo se prima della cena di fine anno riuscirò a guardarmi uno o due episodi. Ne parleremo senza dubbio nel prossimo capitolo, nel frattempo: buon anno!

non ne ho visto nessuno LOL
ma parlo di scream, che è un franchise che conosco: la tensione di scream non si basa sulla verosimiglianza o il terrore, ma sulla tensione dell’attacco imminente, sulla scoperta del killer e sulle tantissime citazioni! infatti, molte volte è citato anche come commedia horror per cinefili
Buon 2022^^
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Sì, riconosco i suoi meriti, ma è un film che non riesco proprio a digerire. Quella sulla verosimiglianza è stata un’esagerazione mia (anche Halloween di Carpenter, un film che amo moltissimo, ha parecchie incongruenze da questo punto di vista ma lo trovo comunque meraviglioso) 🙂
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