Recensione “May December” (2023)

L’espressione che dà il titolo al film, May December, si usa per descrivere una relazione in cui c’è una grande differenza di età. Il “May” di questa storia è Joe, quasi quarantenne, sposato ormai da oltre due decenni con Gracie, la “December” sessantenne, finita in carcere dopo aver intrattenuto una relazione sessuale con Joe quando il ragazzo aveva solo 13 anni (il tutto è ispirato a una vicenda realmente accaduta, quella di Mary Kay Letourneau). Su questa storia è in lavorazione un film in cui la parte di Gracie (Julianne Moore) sarà interpretata dall’attrice televisiva Elizabeth Berry (Natalie Portman): per questo motivo l’attrice passerà alcuni giorni fianco a fianco con la donna e la sua famiglia, allo scopo di trovare la chiave giusta per interpretarla, restituendo spontaneità e realtà al suo ruolo. Giorno dopo giorno, il rapporto tra le due donne diventerà sempre più intimo e al tempo stesso quasi passivo-aggressivo, come se Gracie fosse costantemente sul punto di crollare o come se una minaccia gravasse all’interno di ogni scena, sottolineata dall’onnipresente colonna sonora di Marcelo Zarvos, nonostante il pericolo più imminente, forse, potrebbe essere semplicemente quello di non avere abbastanza hot dog per un barbecue in giardino.

Persona di Bergman flirta con Eva contro Eva, in un thriller psicologico dal forte sapore europeo, in cui inizialmente l’attrice interroga tutti i conoscenti di Gracie, lasciando emergere verità sempre più inquietanti, quasi dando al film un vago retrogusto da detective movie. C’è tanta ambiguità, sia nei comportamenti di Elizabeth, sensuale sia quando simula un amplesso nel magazzino dove quasi trent’anni prima erano stati sorpresi i due amanti o, ancora, mentre percorre in slow motion il corridoio di un liceo per tenere un Q&A con gli studenti del laboratorio di teatro, sia nel modo di porsi di Gracie, che se un momento sembra apparire fragile e ingenua, un attimo dopo può imbracciare un fucile o rivelare al suo futuro alter-ego sullo schermo che “le persone insicure sono pericolose”.

Julianne Moore e Natalie Portman fanno a gara di bravura, in un gioco costante di specchi e riflessi, sottolineato anche dalle tante scene ambientate in un bagno (di casa o di un ristorante), se non di fronte agli specchi multipli del negozio di abbigliamento, dove Gracie sembra quasi raddoppiare o triplicare la sua presenza nei confronti dell’attrice, che a tratti appare quasi intimorita dalla presenza della donna che deve interpretare, in altri momenti ne è talmente affascinata da essere morbosamente presente nella sua vita. Tra di loro c’è sempre la crisalide Joe, che cerca costantemente di capire il suo ruolo all’interno della vicenda, se vittima passiva o parte attiva del percorso compiuto nella sua vita con Gracie. Un film bellissimo, che rimbalza tra un personaggio e l’altro, mostrando quanto sia facile entrare in contatto con le vite degli altri e, al tempo stesso, sia difficile capire la propria.


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Comments

3 risposte a “Recensione “May December” (2023)”

  1. Avatar Austin Dove

    questo film lo aspetto da tempo
    troppo curioso

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    1. Avatar AlessioT

      Arriverà in sala il 21 marzo e poi, subito dopo, su Netflix. Film molto interessante

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      1. Avatar Austin Dove

        io subito in sala **

        Piace a 1 persona

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