Capitolo 374: Febbre da Film

Succede che, quando ti rendi conto di guardare davvero troppi film, nel momento in cui decidi che passerai delle vacanze di Pasqua piene di vita, interazioni sociali e omaggi all’ora legale, il fisico decide di non sostenerti nell’idea e di piegarsi sotto i colpi di un febbrone, permettendogli così di poter continuare a guardare film. Quelli però li decido io ed è per questo che, con l’arrivo della febbre, mi sono rifugiato nei comfort movie, una tripletta di filmoni che ha dato un po’ di sollievo ad una settimana di termometri, medicine e fastidi di vario genere. 8 film in questo capitolo, di cui ben 7 appartenenti al secolo scorso: senza conoscere il passato, è difficile comprendere il presente.

L’Orgoglio degli Amberson (1942): Magnifico dramma firmato da Orson Welles un anno dopo il suo folgorante esordio con Quarto Potere. La storia racconta due generazioni della facoltosa famiglia degli Amberson, alla vigilia dell’industrializzazione, tra ripicche, capricci, gelosie e giochi di potere, quasi sempre riconducibili alla sfera sentimentale della matriarca Isabel e del viziato figlio George. Solito imperioso lavoro registico, con grandangoli e splendidi piani-sequenza, oltre ad un uso per l’epoca innovativo della voce fuori campo (affidata allo stesso Welles). Da segnalare anche dei titoli di coda geniali. Il film lo trovate su Prime Video e vi consiglio caldamente di vederlo in lingua originale, visto che il doppiaggio disponibile è stato rifatto per la tv italiana nel 1983 e sembra quello di una soap opera (si salva solo la splendida voce di Pino Locchi che doppia Orson Welles).
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Wanda (1970): Pellicola “indipendentissima” diretta da Barbara Loden (moglie di Elia Kazan). Una donna, interpretata dalla stessa regista, stufa della sua vita nella rurale Pennsylvania, lascia marito e figli per ritrovarsi, passivamente, al centro di diverse (dis)avventure. Il film è amatissimo da cinefili e cineasti di tutto il mondo (uno su tutti? Wim Wenders) ma purtroppo mi ha deluso terribilmente, nonostante il cinema low budget degli anni 60-70 sia sempre incredibilmente affascinante. Qui però i dialoghi sono inconsistenti e la storia è veramente faticosa da seguire, anche se si tratta di un film volontariamente sperimentale e anticonvenzionale. Il tentativo di creare una sorta di cinema a portata di mano è apprezzabile ma il risultato è veramente troppo incostante.
••½

Una Pazza Giornata di Vacanza (1986): Cinque anni fa, mentre giravo per Chicago, trovavo il faccione di Matthew Broderick su qualunque maglietta, in qualunque negozietto di souvenir. Non ne capivo il perché, stranamente il Ferris Buller di John Hughes non era mai passato dalle parti della mia infanzia. Poi sull’aereo di ritorno trovai il film tra le opzioni disponibili e mi tolsi finalmente il dubbio. Ora me lo sono rivisto su uno schermo più adatto e penso a quanto sarebbe stato divertente godermi questo film nell’età giusta, visto che, in soldoni, la storia si basa su un adolescente che si finge malato e salta la scuola, mettendosi a girare per la città (ovviamente Chicago) con al fianco fidanzatina e migliore amico. Sulle sue tracce, sperando di pescarlo in fallo, c’è un preside idiota ma tutto d’un pezzo, interpretato dal sempre esilarante Jeffrey Jones. Uno dei tanti pezzi forti del cinema per ragazzi di quel mirabolante decennio che sono stati gli anni 80: commedia irresistibile.
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Au Hasard Balthazar (1966): A metà degli anni 60, mentre la Francia è in fermento per il movimento cinematografico che sta rivoluzionando il cinema europeo (la Nouvelle Vague), Robert Bresson continua a fare cinema a modo suo, con il suo stile minimalista, realizzando probabilmente il film più bello e significativo della sua carriera, una vera e propria pietra miliare. L’intero film è una critica estrema rivolta all’essere umano, la cui natura miserabile e talvolta malvagia è osservata costantemente dal protagonista della storia, l’asino Balthasar, che cambia padrone continuamente, subendo e certificando la bassezza morale di chi lo possiede. Stupendo film, nonostante la tristezza, il dolore, la cruda consapevolezza con cui ti mette di fronte a una realtà inevitabile: l’essere umano è orribile, lo capirebbe anche un asino.
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Casablanca (1942): Uno dei miei comfort movie per eccellenza, oltre che una delle più grandi opere della storia del cinema. Come sanno anche i sassi, la vicenda si svolge nella Casablanca del titolo, città ancora libera tuttavia pesantemente coinvolta nella Seconda Guerra Mondiale. Qui il proprietario di un bar, Humphrey Bogart, cerca di non farsi coinvolgere e di restare neutrale, almeno finché non arriva in città il capo della Resistenza, tale Viktor Lazslo, accompagnato dalla moglie Ilsa, ovvero Ingrid Bergman, la stessa che anni prima aveva mollato Bogart tutto solo alla stazione di Parigi. Amore, sentimento, ricordi, antifascismo a palate e una serie di frasi e momenti impossibili da dimenticare. Quando Lazslo fa suonare la Marsigliese nel bar di Bogart pieno di soldati nazisti, capisco che sia retorica a secchi, ma quanto mi fomenta! Film immortale, non serve aggiungere altro.
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Una Pallottola Spuntata (1988): Forse una delle più grandi commedie di sempre, per quanto mi riguarda. Non ricordo molti altri film con una tale quantità di gag, una dopo l’altra: praticamente non fai in tempo a smettere di ridere per qualcosa che arriva subito un’altra cosa, magari ancora più esilarante. E non importa se hai visto questo film dieci o quindici volte, riesce ancora a far ridere tantissimo! Leslie Nielsen è il mitico tenente Drebin, che indaga sul tentato omicidio del suo collega O.J. Simpson e, al tempo stesso, sul possibile attentato ai danni della Regina Elisabetta, attesa in visita a Los Angeles. Non mi stancherò mai di vederlo.
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Lo Squalo (1975): Uno dei film più significativi e importanti degli anni 70, nonché uno dei lavori più noti di un regista del calibro di Steven Spielberg. Come è risaputo, su un’isola del New England una turista viene attaccata da uno squalo. Il sindaco cerca di insabbiare la faccenda e chiede al capo della polizia di rilassarsi, visto che la località vive di turismo estivo. Lo squalo però non è interessato alla politica, quindi torna e uccide ancora. Non sarà il caso di fermare la bestia? Rivedere certi film è sempre stupendo, parlarne un po’ meno: cosa aggiungere che non si sappia già, cosa dire che non suoni totalmente banale e ovvio? Il cinema statunitense degli anni 70, con l’avvento della New Hollywood, è forse stato il più ispirato, vibrante e affascinante in assoluto, quanta grandezza, quante storie indimenticabili.
••••½

Il Mio Amico Robot (2023): Dopo tanti film del secolo scorso, torniamo ora al nostro millennio, con un sorprendente gioiello firmato da Pablo Berger (lo stesso dello splendido Blancanieves). Candidato agli ultimi Oscar come miglior film d’animazione, è la storia di un cane antropomorfo che vive nella New York degli anni Settanta, popolata da animali di ogni tipo. Sentendosi solo, decide di costruirsi un robot e di avere finalmente un amico, finché gli eventi non complicano come sempre le cose. Tenero, malinconico, in certi momenti struggente, è un lavoro svolto con grande delicatezza, aperto a letture di diverso genere e con una colonna sonora che resta in testa per giorni (soprattutto September degli Earth, Wind & Fire). Una favola moderna, in cui la felicità può prendere strade diverse, senza però dimenticare il passato. Commovente (lo trovate al cinema in questi giorni).
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Comments

4 risposte a “Capitolo 374: Febbre da Film”

  1. Avatar Celia

    Mi spiace per il febbrone.
    Ma, sempre, evviva le occasioni per infognarsi nel cinema!

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    1. Avatar AlessioT

      Non ce le facciamo mai mancare 😀

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  2. Avatar Madame Verdurin

    Mi dispiace che tu sia stato male, ma mi fa piacere vedere che ti sei consolato in maniera lussuosa! Anche io se sono malata cerco sempre i film della serie Una Pallottola Spuntata, sono irresistibilmente esilaranti ancora oggi! Casablanca non ha bisogno di essere elogiato, è un capolavoro senza tempo. Lo Squalo, per me, sempre uno dei lavori migliori di Spielberg, lo adoro! Ha avuto un ridoppiaggio che non mi è proprio andato giù, ma per il resto mi piace sempre guardarlo.

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    1. Avatar AlessioT

      Ah vedi, non sapevo del ridoppiaggio de Lo Squalo, brutta storia!

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