
Più di un mese è passato dall’ultimo capitolo di “Una vita da cinefilo” e tantissime cose sono cambiate: Totti non è più alla Roma, ho traslocato, è cominciata l’estate, sono uscite le nuove stagioni di due delle mie serie tv preferite, sono stato in Grecia per lavoro e ora sono nella mia residenza pugliese, in quella che potremmo definire vacanza (ma con il mio lavoro non posso mai chiamarla davvero vacanza: c’è sempre qualche email da inviare, qualche cosa da aggiornare, qualche immagine a cui lavorare…). Per tutti o quasi tutti questi motivi il tempo per vedere film è stato davvero poco, soltanto cinque film nell’ultimo mese. Ma si sa, è estate, il periodo in cui il tempo è una questione relativa, in cui le ore si dilatano e si restringono a seconda dell’umore, della giornata, del calciomercato e di tantissimi altri fattori. Che la passiate lavorando o in relax, buona estate a tutti voi e a tutte voi.
I morti non muoiono (2019): Ecco cosa succede quando un regista di talento come Jim Jarmusch mette insieme un cast strepitoso per realizzare un B-movie: ti diverti un sacco. Jim fa del suo film assolutamente ciò che vuole e, seppur debolissimo nella trama, funziona tutto perché è esattamente ciò che vuole essere. Un consiglio: guardatelo senza pretese e vi divertirete molto, altrimenti sarà una delusione.
Colazione da Tiffany (1961): Ho da poco letto il romanzo di Truman Capote ed è stata dunque una buona occasione per rivedere il film di Blake Edwards. Seppur molto diverso in molte parti (soprattutto nel finale), è il classico film che non vuoi mai rivedere ma che poi, dopo averlo fatto, sei contento. So che è popolarissimo ed amatissimo, ma io prediligo un altro tipo di cinema. Ad ogni modo è un gran bel film.
La mia vita con John F. Donovan (2018): A dicembre a Monopoli ha aperto un nuovo cinema, che poi è quello davvero mancava a questa città (l’altra mia città oltre a Roma). Mi ha fatto particolarmente piacere che su 8 sale ce ne siano almeno un paio dedicate a film d’autore o roba di nicchia, quindi sono stato davvero contento di inaugurare questo nuovo cinema con il nuovo film di Dolan. Com’è il film? Buonissimo se preso da solo, così com’è, sottotono se rapportato alla filmografia del regista canadese. Jon Snow male, eccellenti Susan Sarandon e Natalie Portman. La scena a Londra tra madre e figlio vale tutto il film.
Domino (2019): Altro film visto nel nuovo cinema di Monopoli, durante un temporale estivo (che mi è costato l’ombrello, rimasto nella sala 5 e mai più recuperato). Un film di Brian De Palma merita sempre di esser visto, la regia infatti è splendida (come sempre tanti riferimenti a Hitchcock), la storia in sé un po’ meno, ma il film è comunque godibile. Apprezzabile l’ambientazione europea e la coppia di protagonisti, anche in questo caso tirata fuori da Game of Thrones: Jaime Lannister e Melisandre.
Paddleton (2019): Dal Sundance arriva un nuovo film prodotto dai fratelli Duplass, numi tutelari del cinema indipendente. Mark Duplass ha un tumore incurabile e decide di morire prima di dover stare davvero male. Insieme a lui c’è il vicino di casa e amico fraterno Ray Romano (dopo “The Big Sick” ancora alle prese con una brutta malattia), che lo accompagna alla ricerca di una medicina “legale” che gli permetta di praticare l’eutanasia. Carino, ritmi un po’ troppo compassati, ma è comunque un buon film sulla malattia e sull’amicizia. Bello il continuo riferimento al film di kung fu “Death Punch”, che a quanto ho letto è stato incredibilmente fatto apposta per questo film (e che fa pensare molto a “Kill Bill Vol. 2”).
SERIE TV: In questo periodo pochi film, è vero, ma un sacco di belle serie tv. Ho finito Chernobyl, che probabilmente è la cosa più bella che vedrò in quest’anno solare, soltanto cinque episodi (belli lunghi) e una storia coinvolgente in ogni momento, appassionante e tragica. La seconda stagione di Dark ha confermato tutto ciò che di buono si diceva su questa splendida serie tedesca, anche se c’è assolutamente bisogno di un ripasso della prima stagione per riuscire a sperare di capire qualcosa della seconda. Ad ogni modo è davvero una serie riuscita. Grande entusiasmo anche per la terza stagione di Stranger Things, che dopo una seconda stagione un po’ deludente, ha ritrovato vigore, freschezza e grandi misteri. Il finale è assolutamente imperdibile e occhio a dopo i titoli di coda dell’ultima puntata… Per il resto stanno per arrivare anche i seguiti de “La casa di carta” e di “Mindhunter”, ma in lista c’è ancora tanto da vedere: nel frattempo canterò la canzone della Storia Infinita a squarciagola.

Bentornato al blog! Interessanti i tuoi pensieri, che condivido al 100% quando sceivi di Breakfast at Tiffany’s! The Dead Don’t Die, invece, purtroppo mi ha deluso (ne ho pure scritto sul blog pochi giorni fa)…
"Mi piace""Mi piace"
Azz, peccato, ci avevo sperato, invece mi sa che sono proprio l’unico che si è divertito! 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona