Capitolo 378: Orizzonti di Film

Linklater lo sta facendo di nuovo: il regista di Boyhood (e del divertentissimo Hit Man, in arrivo a fine giugno) sta lavorando a un nuovo progetto da girare nel corso del tempo: il film si chiamerà Merrily We Roll Along, Paul Mescal sarà il protagonista e le riprese dureranno per ben 17 anni (!). Come diceva Matthew McConaughey in Dazed and Confused: “You just gotta keep livin’, man!”. Per il resto il cinema è in festa, fino a giovedì 13 il biglietto costa 3 euro e 50: approfittiamone (anche se forse avrei dovuto dirvelo prima). Ho talmente tanti film di cui parlarvi che ho deciso di pubblicare un capitolo oggi e un altro nei prossimi giorni, giusto per non mettere troppa carne sul fuoco. Ecco qui i primi 6 film di questo ricchissimo giugno:

Ti Mangio il Cuore (2022): Tanti anni fa, quando facevo parte della giuria di un festival di cortometraggi in Sardegna, avevo premiato un lavoro di Pippo Mezzapesa come miglior corto e da lì in poi ho sempre seguito la carriera del regista pugliese con grande attenzione. Stavolta il nostro si cimenta con un gangster movie atipico, in bianco e nero, incentrato sulla guerra sanguinaria tra due famiglie criminali del foggiano. Il film gode di alcune scene visivamente eccezionali, come la processione finale o la cornice splendida delle saline, il problema della narrazione è che l’immaginario cinematografico di cui si nutre è talmente riconoscibile che è inevitabile sapere quasi sempre cosa aspettarti (non mancano infatti evidenti citazioni da vari capisaldi del genere). Una nota per Elodie, che ha una presenza scenica importante, al di là della bellezza mozzafiato. Lo trovate su RaiPlay, per ora.
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Orizzonti di Gloria (1957): Quarto film di Stanley Kubrick, ennesimo capolavoro di una filmografia straordinaria. Durante la Grande Guerra, sul fronte francese, un generale in odore di promozione obbliga i suoi uomini ad assaltare un’imprendibile postazione tedesca, una missione suicida che ovviamente finisce malissimo. L’ufficiale decide allora che andranno giustiziati tre uomini a caso, accusandoli di codardia. Tra loro e la condanna a morte c’è un solo uomo: il colonnello Kirk Douglas, che farà di tutto per salvarli. Opera straordinaria in cui il nemico è invisibile e l’essere umano si dimostra il nemico di se stesso (un generale francese che vuole giustiziare tre soldati francesi). Nel meraviglioso finale c’è Christiane Kubrick, moglie del regista. Un film immenso, coinvolgente dal primo all’ultimo minuto, per cui dobbiamo ringraziare Kirk Douglas, che lo produsse, dicendo a Kubrick: «Stanley, non credo che questo film potrà mai guadagnare un soldo, ma noi dobbiamo farlo». Qui trovate un mio saggio in cui approfondisco il discorso su questo capolavoro, che potete vedere su Prime Video.
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Il Trono di Sangue (1957): Ennesimo straordinario film di Akira Kurosawa, che stavolta prende spunto dal Macbeth adattandolo al Giappone feudale, realizzando quella che probabilmente è la migliore trasposizione cinematografica di un’opera di Shakespeare. Al nobile guerriero Toshiro Mifune (che attore!) viene profetizzata, da uno spirito del bosco, l’ascesa al potere che in futuro lo renderà re. La moglie del samurai, venuta a conoscenza della profezia, riesce a manipolare l’uomo esortandolo a uccidere il re per usurparne il trono. Al di là della bellezza della storia, che probabilmente conoscono anche i sassi, Kurosawa aggiunge meraviglia alla meraviglia grazie alla sua solita maestria registica, regalando alla storia più di una scena indimenticabile: imperdibile, in particolare, la sequenza in cui, vedendo la foresta avanzare contro il suo castello, il protagonista viene attaccato da una pioggia di frecce. Che film!
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Tutti i Battiti del Mio Cuore (2005): Cominciamo dicendo che Audiard non sbaglia mai un film, nel caso in cui ancora ci fosse qualche dubbio a proposito. Romain Duris si guadagna da vivere “sollecitando” inquilini indesiderati a lasciare immobili che avevano occupato abusivamente. L’incontro con un suo vecchio maestro di pianoforte, impresario della defunta mamma concertista, gli ricorda che un’altra vita è forse possibile, anche se apparentemente inafferrabile. L’estetica del film sembra avere più di un debito con la New Hollywood degli anni 70, con Duris che, fisicamente, è quasi un mix tra il giovane Al Pacino e il De Niro di Mean Streets (con un pizzico di Richard Ashcroft nel videoclip di Bitter Sweet Symphony): dopo aver pensato tutto questo però vai infine a scoprire che il film di Audiard è il remake di un film di James Toback del 1978, Rapsodia per un Killer, con Harvey Keitel protagonista. Da vedere, lo trovate su Mubi.
•••½

Gasoline Rainbow (2023): Un racconto beat di amicizia e libertà. Così come Kerouac si curava più della sostanza che della forma di un paragrafo, così i fratelli Ross non si preoccupano se un volto è fuori fuoco, una scena troppo buia, una voce coperta da un rumore accidentale. Un gruppo di ragazzi, su un furgoncino scassato, parte dalla polverosa provincia dell’Oregon alla volta della West Coast, per raggiungere una festa. Non è un film perfetto, non pretende di esserlo, ma pulsa di vita vera, di una gioventù che non vuole bruciarsi, che anzi cerca di guardarsi le spalle e di farsi più forte insieme. Voce e manifesto per una nuova generazione di outsider, è un road movie indipendente in cui ai giovani protagonisti sembra non succedere nulla, ma dove invece succede la cosa più enorme di tutte: vivono. Ottima la colonna sonora, interamente diegetica (Guns’n’Roses, Bob Marley, Howard Shore…). Lo trovate su Mubi.
•••½

Il Segreto dei Suoi Occhi (2009): Non dimenticherò mai come mi sono sentito la prima volta che ho visto questo film. Era di mattina, una proiezione stampa al cinema Quattro Fontane, dopo la quale ho camminato lungo via Nazionale senza essere in grado di spiccicare una parola, di pensare ad altro. Il film di Juan Josè Campanella mi era entrato nelle viscere. Da allora l’ho guardato quasi ogni anno, fino a vederlo diventare uno dei miei film preferiti in assoluto. Il magnifico Ricardo Darin è un ex funzionario del tribunale di Buenos Aires: ormai in pensione, decide di scrivere un romanzo su un caso di omicidio avvenuto 25 anni prima. Un film sul rimpianto, fatto di tanti passati e apparentemente nessun futuro, un thriller emozionante, dal contesto politico agghiacciante, ma anche un amore platonico straziante, tutto condito da momenti che danzano tra ironia e malinconia, nella migliore tradizione del cinema argentino. Il piano sequenza nello stadio del Racing è già storia del cinema, come l’Oscar all’Argentina per il miglior film straniero. Film immenso, non a caso scelto come film della vita per il progetto Film People (che vi invito a seguire).
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Comments

2 risposte a “Capitolo 378: Orizzonti di Film”

  1. Avatar Madame Verdurin

    Concordo al 100% sul fatto che Trono di Sangue, oltre ad essere il film di Kurosawa cui sono più affezionata (forse perchè è il primo che ho visto, ma d’altra parte è un capolavoro inarrivabile), sia anche il miglior adattamento cinematografico mai fatto di un testo di Shakespeare. Anche se l’ambientazione è spostata nel medioevo giapponese, lo spirito di Shakespeare non solo rimane intatto, ma non è mai stato così vivo. Ho sempre i brividi nelle scena in cui la moglie cerca di lavare il sangue dalle mani, che spettacolo!

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