Recensione “Chernobyl” (2019)

Non è mai facile appiccicare etichette come “capolavoro” o “serie tv dell’anno”, affermazioni che stanno bene sui cartelloni pubblicitari, ma che non sempre possono essere condivise da tutti. Ebbene, sulla nuova serie della HBO Chernobyl (in Italia distribuita da Sky e NowTv), credo che i dubbi siano davvero minimi. Non ho problemi ad affermare che ci troviamo davanti al capolavoro dell’anno, uno dei prodotti più curati, interessanti, coinvolgenti, umani e spaventosi che siano stati realizzati negli ultimi anni. La cosa più incredibile è che pur conoscendo la storia, perché ciò che accadde a Chernobyl lo sappiamo praticamente tutti da sempre, non riusciamo comunque a staccare il naso dallo schermo, catturati da questo caleidoscopio di personaggi, intrighi, segreti e bugie che dura per 5 episodi da oltre un’ora ciascuno.

L’incipit è già di per sé potentissimo: un uomo, seduto ad un tavolo nel suo appartamento, ascolta la sua voce uscire da un registratore affermare che intorno a Chernobyl sono state dette troppe bugie e che è stato più importante cercare un capro espiatorio piuttosto che la verità. Subito dopo aver nascosto queste registrazioni in un condotto, 6 cassette in tutto, l’uomo si toglie la vita. Lo stacco seguente ci porta indietro di due anni, a pochi secondi dall’esplosione del reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl. I cinque episodi della mini-serie racconteranno il modo in cui l’emergenza è stata affrontata da parte del governo, degli scienziati, dei cittadini comuni, dei vigili del fuoco, dei minatori e di molte altre persone le cui vite sono state drasticamente influenzate dagli eventi di quel 26 aprile, fino a raccontarci come la verità sul disastro (e dunque questa stessa serie) sia giunta a noi grazie al ritrovamento delle audiocassette di cui sopra.

Nell’aprile del 1986 non avevo neanche 5 anni, frequentavo ancora la scuola materna e ricordo davvero poco o nulla di ciò che accadde a Chernobyl, oggi in Ucraina, ai tempi in Unione Sovietica. Ricordo solo i tormentoni e le battute che venivano fatte dai ragazzi più grandi di me: “Ma che è sto casino, ma che stamo a Chernobyl?” e cose del genere, che ai tempi mi facevano ridere, ma che in realtà non sapevo cosa significassero. Per troppo tempo infatti ci siamo soffermati a pensare ai danni ambientali causati dal disastro dell’86 e troppo poco a riflettere su quante persone hanno dato la vita per evitare che la situazione divenisse ben peggiore. Una curiosità: dopo che HBO ha trasmesso l’ultimo episodio, Chernobyl è diventata la serie tv con il voto più alto della storia su IMDB (9,7), addirittura davanti a mostri sacri come “Breaking Bad” (9,5) e “Game of Thrones” (9,4). Un motivo in più per vedere quella che, senza il rischio di essere insultati, possiamo definire la migliore serie tv dell’anno.


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