Capitolo 316

Ultimo capitolo prima dell’estate, ultimo racconto prima del mio tradizionale trasferimento estivo in Puglia, in quel di Monopoli, dove non appena finiranno gli Europei di calcio potrò finalmente tornare a guardare film, che poi è il motivo principale per cui ho visto soltanto 5 film negli ultimi 18 giorni (e meno male che due li ho guardati al cinema, se no non sarei arrivato neanche a cinque). E voi invece cosa consigliate?

Mid90s (2018): Avevo già visto e recensito la splendida opera prima di Jonah Hill, ma parlandone con un amico mi è tornata voglia di rivedere questo bellissimo film ambientato, come da titolo, negli anni 90, in cui un ragazzino trova rifugio e accoglienza in un gruppo di skater, insieme ai quali affronterà il delicato passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Un bel racconto di amicizia, ma soprattutto sulla necessità di trovare un posto nel mondo, un luogo dove sentirsi parte di qualcosa, soprattutto in una fase della vita, l’adolescenza, dove tutto sembra amplificato, nel bene e nel male, oltre ogni limite. “How sad are we? And how sad have we been? We’ll let you know, we’ll let you know. Oh, but only if you’re really interested” canta Morrissey in “We’ll Let You Know”, che accompagna una delle scene più belle, rendendo la nostra nostalgia palpabile, da toccare quasi con mano: ma quanto eravamo tristi e belli negli anni 90?

Freaks (1932): Ho finalmente colmato una grave lacuna, recuperando questo capolavoro pazzesco di Todd Browning. Impensabile credere davvero che sia stato girato nel 1932, è un film che sta avanti millenni rispetto alla società dell’epoca e infatti ai tempi fu fatto a pezzi, insultato, deriso, distrutto. Ora invece è uno dei più grandi cult della storia del cinema: il tempo è sempre galantuomo, per fortuna. La storia verte intorno a un circo popolato, appunto, dai “freaks” del titolo (termine non proprio politicamente corretto per definire quelle persone affette da malattie che ne alterano gravemente l’aspetto fisico): uno di essi, ricco sfondato, si innamora di una perfida donna normodotata (non sono certo che sia il termine corretto), che lo vuole sposare per poi impossessarsi dell’eredità. Le cose ovviamente andranno in maniera diversa. Indimenticabile la sequenza della cena, con l’ormai celebre coro “We accept you, one of us!”. Il film è disponibile su Prime Video, se non l’avete mai visto non lasciatevelo scappare.

Black Christmas (1974): Nel 1974 Dario Argento aveva già girato la cosiddetta “trilogia degli animali”. Impossibile che Bob Clark, uno dei maggiori esponenti del b-movie (qui al suo terzo film), non abbia visto i film del collega italiano, visto lo stile con cui racconta questo interessantissimo slasher. Durante le vacanze di Natale in un collegio femminile arrivano inquietanti telefonate. Si pensa a uno scherzo o a qualche “innocuo” maniaco, in realtà dietro la voce si cela un feroce assassino, che proverà ad uccidere una dopo l’altra le ragazze che vivono nell’istituto. La Giulietta di Zeffirelli e la Lois Lane del primo “Superman” collaborano con la polizia per riuscire ad acciuffare il pazzo. Alcune trovate sono notevoli, gli squilli del telefono ansiogeni e la soggettiva dell’assassino durante gli omicidi arriva appunto da Dario Argento (ripresa poi da Carpenter pochi anni dopo nell’incipit di “Halloween”). Visto oggi non sembra niente di particolarmente spaventoso, ma quarant’anni fa deve esser stato terrificante. Bello (è su Prime Video).

La nostra storia (2020): Roma primaverile nel tardo pomeriggio, proiezione stampa al Cinema Quattro Fontane (che probabilmente è il mio preferito), un bellissimo film. Cosa volere di più dalla vita? La storia di un padre raccontata da un figlio, diventata quindi un bellissimo film diretto dal prolifico regista spagnolo Fernando Trueba, premio Oscar nel 1992 per il miglior film straniero (“Belle Epoque”), dove l’importanza della memoria è il perno sul quale si avvolge l’attivismo politico e l’amore di un uomo per la sua famiglia. Medellin negli anni 80 non era il luogo più tranquillo del mondo ed essere un uomo libero e al tempo stesso badare alla propria famiglia non era una proprio semplice: ce lo dimostra Hector Abad, il protagonista, che osserviamo attraverso gli occhi del figlio, prima bambino e poi uomo. Un po’ “Il buio oltre la siepe”, un po’ “Roma” di Cuaron, una bellissima storia sulla memoria: Javier Camara, non lo scopriamo oggi, è mostruoso.

Médecin de nuit (2020): Quando i francesi si mettono a fare film cupi e notturni, tra le strade di una città buia, ostile, pericolosa, non hanno eguali. Non fa eccezione questo splendido noir (?) di Elie Wajeman, una sorta di “Carlito’s Way” alla francese (se proprio vogliamo trovare un termine di paragone), tutto in una notte, con un medico di notte (Vincent Macaigne ancora una volta strepitoso, quando il mondo se ne accorgerà sarà sempre troppo tardi) solitario, malinconico ma determinato. Una notte per far tornare la sua vita sui binari giusti, tra un cugino farmacista che lo coinvolge in un traffico di medicinali, una moglie esausta e un’amante seducente. Un cowboy urbano in giro per una Parigi irriconoscibile, cattiva. Dalla Selezione Ufficiale di Cannes 2020 al Festival Rendez-Vous del Nuovo Sacher di Nanni Moretti. Splendido: speriamo di trovarlo presto nei cinema italiani.

SERIE TV: Sono due le serie viste in questo giugno europeo. Una è, come avevo già detto nel capitolo precedente, The IT Crowd, che mi ha divertito moltissimo. Sono soltanto 25 episodi ma fa davvero tanto ridere, soprattutto i primi dieci (poi cala per riprendersi nel clamoroso finale). L’altra è Il Metodo Kominski, arrivata alla terza e ultima stagione, che conferma la qualità altissima di questa serie godibile, divertente, ben scritta, ben interpretata, con Michael Douglas e Alan Arkin acciaccati amici per la pelle in una Los Angeles cinematografica. La terza stagione si apre con una sorpresa e va avanti con grande leggerezza. Da vedere. Per il resto mi piacerebbe guardare la terza stagione di Master of None, ma i primi pareri mi hanno scoraggiato, vedremo se l’estate porterà con sé anche la voglia di continuare la serie di Aziz Ansari (la prima stagione è splendida, la consiglio). Ora scusate ma tra poco comincia Svezia-Slovacchia. Ci risentiamo dalla Puglia.


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2 risposte a “Capitolo 316”

  1. Avatar Madame Verdurin

    Davvero Freaks è su Prime? Evviva, lo cerco da anni, grazie della segnalazione! E speriamo di vedere presto anche il nostro Freaks Out… Intanto vediamoci le partite! 🙂

    Piace a 1 persona

    1. Avatar AlessioT

      Freaks Out lo aspetto con molta ansia!

      "Mi piace"

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