Non sapete che film vedere questa sera? C’è Letterboxd. Volete sapere se l’amico che è andato al cinema dietro vostro consiglio ha apprezzato ciò che ha visto? C’è Letterboxd. Volete tenere conto di tutto ciò che avete visto, giorno per giorno? C’è Letterboxd. Avete bisogno di stilare una lista di qualunque genere (film preferiti, la top 10 delle opere di Scorsese o, non so, i migliori che avete visto durante l’anno)? C’è Letterboxd. Volete avere una watchlist accessibile, facile da usare, sempre a portata di mano? C’è Letterboxd. Sentite la necessità di condividere i vostri pensieri con i cinefili di tutto il mondo (e magari sbirciare i voti e le recensioni di altre persone)? C’è Letterboxd. Insomma, come avrete capito, il social network cinematografico più amato di sempre è la risposta a moltissime nerdate cinefile di cui non sapevate di avere bisogno.
Il sito (con inevitabile app) nasce nel 2011 dalla mente di due ragazzi neozelandesi, Matt Buchanan e Karl von Randow, allo scopo di organizzare i film visti e scoprirne di nuovi. Con il termine letterbox, in gergo, si intendono le bande nere che vedevamo sullo schermo quando il formato del film era diverso dall’aspect ratio della nostra tv. Alla fine del 2013 l’app riceve l’endorsement di Steven Soderbergh, che è anche il motivo per cui nel gennaio del 2014 ho aperto il mio diario. Il problema è che ai tempi la community era davvero ridotta, per cui usavo il mio Letterboxd esclusivamente per tenere conto appunto del diario cinematografico dei film visti (motivo per cui i miei conteggi sul totale di film visti mese per mese e anno per anno partono proprio dal 2014). Ora invece, in seguito all’approdo su Letterboxd di amatissimi professionisti del settore (c’è anche Martin Scorsese!), stimati critici cinematografici e studiosi di cinema di tutto il mondo, oltre ovviamente a tanti amici e conoscenti, l’esperienza è diventata decisamente coinvolgente.
Come funziona Letterboxd? Più facile a farsi che a dirsi. Ogni volta in cui si vede un film si logga il titolo con la data in cui si è visto (e la possibilità, facoltativa, di inserire un rating su una scala di 5 stelline, oltre a tag e le proprie recensioni). Tutto qui. Se si vuole approfondire l’esperienza si può aprire la home e scoprire cosa hanno visto ultimamente le persone che seguiamo, leggere le loro recensioni e i loro rating, o inserire in watchlist qualcosa che sembra intrigarci. Oppure si può cliccare sulle liste e scoprire i 250 film più belli secondo il sondaggio di Sigth & Sound o quelli da vedere almeno una volta nella vita (ci sono liste davvero di ogni genere e per tutti i gusti). Ci sono recensioni serie, serissime, altre invece più ironiche, irresistibili, brevi e concise, che vanno giù dritte come uno shot di tequila. Inoltre, utilizzando i filtri, si possono facilmente raccogliere dati sulle proprie visioni, aggiungere film che abbiamo visto in passato (con una velocità sconvolgente che potrebbe rasentare la dipendenza) e avere, se fosse mai possibile, ancora più voglia di vedere film. Lo so, il ragionamento potrebbe suonare malato, ma in fondo che male c’è? Parliamo “soltanto” di film!
Ad aggiungersi a tutto ciò, Letterboxd ha saputo lavorare bene anche sui suoi account social, con un social media manager cinefilo e ironico su X (o twitter) e Instagram, ma soprattutto un canale YouTube interessantissimo, in cui gli inviati dell’app in questione si presentano sui red carpet o ai festival di cinema domandando ad attori e registi di nominare la propria Top 4 di film preferiti (la stessa cosa che viene chiesta ad ogni utente nel momento di aprire un account, una breve classifica che si può modificare e aggiornare in qualunque momento): ad esempio, è grazie alla Top 4 di Willem Dafoe che ho scoperto un film sorprendente come Onibaba (di cui ho parlato nel Capitolo 367).
Se hai già un profilo su Letterboxd o hai intenzione di aprirlo, seguimi per scoprire sempre più film da vedere e vivere, come facciamo da sempre, una vita da cinefilo: il mio profilo è qui. Buon divertimento!
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