Viaggio nel Cinema di Hayao Miyazaki

Il 2024 si aprirà con l’uscita nei cinema italiani del nuovo (e forse ultimo) film di Hayao Miyazaki, uno degli autori più amati e apprezzati della storia del cinema, non solo di animazione. Andiamo a ripercorrere, in ordine cronologico, le tappe della sua filmografia.

Lupin III – Il Castello di Cagliostro (1979): Nel 1968, dopo esser fuggito a bordo della sua Fiat 500 assieme a Jigen, Lupin si accorge che il denaro appena rubato dal caveau di un casinò è falso. Il ladro decide quindi di indagare su questo bottino senza valore, giungendo nell’Arciducato di Cagliostro. Tanta azione basata su allegria e avventura, nonché le basi per una produzione cinematografica che segnerà la storia del cinema d’animazione.


Nausicaa della Valle del Vento (1984): In seguito ad una guerra termonucleare, l’ecosistema della Terra sembra piuttosto instabile: una enorme foresta tossica ha ricoperto la maggiorparte della superficie del pianeta e una nuova guerra è in procinto di esplodere. Una delle poche zone ancora popolate e fuori da ogni strategia bellica è la Valle del vento, dove la giovane e intraprendente Principessa Nausicaa ha capito che il vero problema non è la foresta, ma l’inquinamento causato dagli uomini. Miyazaki come sempre riesce ad emozionare con immagini semplici, azioni minimali che nella società di oggi appaiono quasi fuori dal comune: ma la pietà, la tolleranza, il rispetto e l’amore sono sentimenti che non dovrebbero mai passare di moda (leggi la recensione completa).


Laputa – Il Castello nel Cielo (1986): Sheeta, giovane orfana discendente di una potente famiglia, viene tenuta prigioniera su un’aeronave dal colonnello Muska, un inviato dei servizi speciali del governo. Durante il volo la nave viene attaccata da una banda di pirati, intenta ad assicurarsi il ciondolo magico della ragazza. La pietra conservata da Sheeta permette di localizzare la leggendaria isola volante di Laputa, che contiene tesori inestimabili e una fonte di potere ineguagliabile. Primo film del mirabolante Studio Ghibli e forse l’opera più ricca di avventura di tutta la produzione di Miyazaki. Inseguimenti, esplosioni, ma anche tanta ironia e tenerezza. Un racconto pieno di entusiasmo e azione, che sembra mescolare nei suoi intrecci richiami a Jonathan Swift e a Jules Verne, con atmosfere che sembrano uscite fuori dall’isola del tesoro di Stevenson (leggi la recensione completa).


Il Mio Vicino Totoro (1988): Due sorelline, Satsuke e Mei, si trasferiscono col padre ricercatore in una nuova casa in campagna situata a pochi chilometri dall’ospedale dove è ricoverata la madre. La zona sembra popolata da curiosi esseri: i nerini del buio (spaventatissimi spiriti della fuliggine), un gentilissimo gatto bus e soprattutto Totoro, il signore del bosco, uno spirito dal cuore d’oro, che permetterà alle due bambine di vivere avventure incredibili. Miyazaki pennella emozioni, scandendole con i colori della natura più bella: il vento più forte non è altro che un viaggio meraviglioso tra i campi, la pioggia battente è il pretesto per mostrare la gentilezza dei personaggi. Il rispetto per la natura e per le persone che abbiamo vicino: Miyazaki predica con la dolcezza di un genitore, senza puntare il dito, ma offrendoci soltanto un punto di vista più sereno sulle cose della vita (leggi la recensione completa).


Kiki Consegne a Domicilio (1989): La strega Kiki, come da tradizione, compiuti 13 anni deve lasciare casa sua per trascorrere in un’altra città il suo anno di apprendistato. A cavallo della sua scopa e in compagnia del gatto parlante Jiji, Kiki si lancia alla ricerca di una nuova casa, finendo nella immaginaria Koriko. Al termine di un film di Miyazaki si ha sempre il desiderio impossibile di tornare bambini per un momento, per godere delle infinite possibilità di quell’età, della spensieratezza e della gioia di vivere la giornata, costruendoci giorno dopo giorno il nostro futuro. È per questo forse che il suo cinema è così amato: sa cullare i sogni del nostro passato, anche quelli che avevamo dimenticato, dandoci in qualche modo la possibilità di viverli (leggi la recensione completa).


Porco Rosso (1992): Marco Pagot è un asso dell’aviazione militare italiana che, in seguito ad un misterioso incidente durante la Prima Guerra Mondiale, assume per magia l’aspetto di un maiale antropomorfo. Con il nome di battaglia di Porco Rosso, a bordo del suo idrovolante vermiglio, decide di ritirarsi dal campo di battaglia e di guadagnarsi da vivere facendo il cacciatore di taglie. Ma l’arrivo del pilota americano Curtis cambia i suoi piani. Uno dei più grandi capolavori di Miyazaki, dove ritroviamo temi spesso ricorrenti nella sua filmografia: volo, maledizioni, metamorfosi e ovviamente amore e amicizia. Come si può non amare un film d’animazione dove viene pronunciata la frase Piuttosto che diventare un fascista, meglio essere un maiale? Meraviglioso.


Principessa Mononoke (1997): Nel Giappone selvaggio del XIV secolo il progresso dell’uomo comincia a smussare le fondamenta dell’equilibrio ecologico. In una quieta e pacifica tribù del nord appare un giorno un cinghiale posseduto da una divinità malvagia, che ha preso forza dall’odio e dal rancore. Il giovane guerriero Ashitaka riesce a fermare la bestia, ma resta ferito ad un braccio e colpito da una maledizione che lo condurrà a morte sicura. L’unica possibilità è di addentrarsi in una foresta magica situata ad Ovest, e sperare nella benevolenza del Dio Bestia. Miyazaki racconta il conflitto tra umanità e natura attraverso la filosofia dello Yin e dello Yang: ogni parte contiene in sé il seme per il proprio opposto, le due fazioni posso coesistere solo se trovano un equilibrio. Quando questo equilibrio è finalmente raggiunto, la magia di Miyazaki si realizza in tutta la sua maestosità (leggi la recensione completa).


La Città Incantata (2001): La piccola Chihiro si sta trasferendo con i suoi genitori in una nuova città. Tutto ciò che ha del suo passato è un mazzo di fiori d’addio e un biglietto firmato dai suoi amici. Durante il tragitto la macchina si ferma di fronte ad un curioso edificio rosso, attraversato da un tunnel… Che male c’è a sognare a occhi aperti per un paio d’ore? Che male c’è a farci abbracciare dalle creature di Miyazaki, dal calore umano dei suoi personaggi, attraversando oceani a bordo di un treno o sferzando i cieli sul dorso di un dragone bianco? Che male c’è ad adagiarsi sui colori pastello delle tavole e bagnarsi nelle immense vasche di una stazione termale per divinità folcloristiche? Più che un film, una gemma preziosa, Orso d’Oro alla Berlinale e Oscar come miglior film d’animazione (leggi la recensione completa).


Il Castello Errante di Howl (2004): Sophie è una semplice ragazza di diciotto anni che gestisce il negozio di cappelli del defunto padre. Durante una delle sue rare uscite in città, viene importunata da due gendarmi presenti a causa della guerra, ma è prontamente salvata dal bellissimo mago Howl, il quale prova subito simpatia per lei. Dopo il precedente La Città Incantata c’è di nuovo una carismatica ragazza al centro del racconto e, come in molti altri film di Miyazaki, sullo sfondo della storia c’è un conflitto militare (combattuto da velivoli), in un mondo pieno di magia e suggestioni. Ennesima perla di una filmografia straordinaria.


Ponyo Sulla Scogliera (2008): In un villaggio marittimo del Giappone il piccolo Sosuke trova casualmente un pesce rosso, arrivato a riva incastrato dentro un barattolo di marmellata. Il bambino decide di prendersi immediatamente cura di Ponyo (così ribattezza il pesciolino), ignorando che in realtà è una delle tante creature marine sfuggite dal regno di Fujimoto, uno stregone che prova risentimento verso gli umani, causa principale dell’inquinamento delle acque. Le immagini di Miyazaki riscoprono la bellezza e i misteri dei fondali marini, in una versione contemporanea de La sirenetta di Andersen, affidando a due bambini speciali il compito di rispondere ai problemi del nostro tempo, con uno splendido oceano che si erge a protagonista assoluto dell’intera opera, con la sua vita, i suoi colori, le sue onde gentili e minacciose al tempo stesso (leggi la recensione completa).


Si Alza il Vento (2013): Il piccolo Jiro sogna di pilotare aeroplani ma è miope e per questo non potrà mai diventare pilota. Una notte però gli appare in sogno il celebre ingegnere italiano Gianni Caproni, che gli dice che progettare aerei è ancora meglio che pilotarli, perché significa rendere reale il più grande sogno dell’essere umano: volare. “Si alza il vento, dobbiamo provare a vivere”: il verso di Paul Valery accompagna i sentimenti e le emozioni del film di Miyazaki, forse il più adulto e commovente di tutta la sua straordinaria filmografia. Uno spettacolare volo tra le emozioni della vita, tra le passioni e le ambizioni di un uomo e l’amore incondizionato per una donna devota (leggi la recensione completa).


Il Ragazzo e l’Airone (2023): Il dodicenne Mahito, dopo la morte della madre in un incendio, fatica ad ambientarsi nella nuova città in cui si è trasferito con il padre e sua zia, diventata la nuova moglie di lui (e matrigna del ragazzo), finché un bizzarro airone parlante lo informa che sua madre è ancora viva. Un’avventura tra spazio e tempo, con porte che danno su mondi paralleli, personaggi fantastici e sogni senza età: i viaggi nei mondi di Miyazaki ballano sempre sull’equilibrio, precario, tra i sogni che tengono insieme il nostro mondo e la fredda violenza che minaccia sempre di spezzarlo (leggi la recensione completa).


Nella speranza di poter aggiornare in futuro questa lista con un nuovo film di Hayao Miyazaki, al quale vorrei donare l’immortalità (se solo ne avessi il potere), vi domando: il vostro preferito qual è?


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2 risposte a “Viaggio nel Cinema di Hayao Miyazaki”

  1. Avatar Madame Verdurin

    Che bel viaggio, grazie! Mi mancano gli ultimi due titoli ma tutti gli altri li ho visti e sono un più bello dell’altro. Difficile sceglierne uno preferito, ma per me La Città Incantata ha qualcosa di speciale perchè è il primo film di Miyazaki che ho visto, per puro caso, e che mi ha fatto scoprire questo autore straordinario di cui poi mi sono innamorata. Ai bambini non li ho ancora mostrati tutti ma amano molto Totoro!

    Piace a 1 persona

    1. Avatar AlessioT

      “Si alza il vento” è sicuramente il più adulto e maturo, molto diverso dagli altri, ma l’ho amato tanto quanto. “Il ragazzo e l’airone”, che uscirà al cinema il primo gennaio, ha molti elementi in comune con “La Città Incantata” (che probabilmente è anche il mio preferito, anche se la scelta è ardua!)

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